Il mio essere insegnante di Italiano.

fotoRobinsonIl 16 aprile 2017 è stato un giorno di festa. Non solo perchè era Pasqua ma anche perchè su Robinson di Repubblica è stato pubblicato un articolo di Nadia Terranova dedicato anche alle (ed agli) “Italian Writing Teachers”

Ma che c’incastra con me?

Se la domanda è semplice la risposta lo è altrettanto. Le I.W.T. sono la mia famiglia professionale: amiche e colleghe con cui condivido una ben precisa visione della scuola e della didattica, un gruppo di docenti di Lettere provenienti da regioni, città e scuole diverse.

Ci accomunano la passione per l’insegnamento, la voglia di metterci in gioco ed il desiderio di fare dei nostri studenti scrittori competenti e “lettori a vita”. Seguendo strade anche molto diverse, tutti noi, ad un certo punto del nostro cammino professionale, siamo arrivati alle medesime riflessioni: nella scuola italiana il tempo dedicato alla scrittura e alla lettura è sempre troppo poco e viziato da consegne quasi sempre astratte (il tema) che nulla hanno a che fare con il processo di scrittura autentico; la valutazione è incentrata principalmente sul prodotto e non sul processo; gli studenti hanno scarsissime possibilità di scelta e non sono realmente registi del proprio percorso di crescita. Ciascuna di noi ha quindi sentito l’esigenza di ricercare e sperimentare nuove vie che portassero gli alunni a crescere davvero come lettori e scrittori.

Durante il procedere della nostra autoformazione abbiamo avuto la fortuna di conoscere Jenny Poletti Riz, un’insegnante che ormai da anni applica il metodo del Writing e del Reading workshop anche in Italia. Dall’incontro con il suo blog www.scuolaaumentata.it  o da esperienze di formazione guidate da lei è scaturita la voglia di tenerci in contatto e di iniziare un’esperienza di cooperative teaching. Attraverso di lei abbiamo sperimentato un altro incontro che ha cambiato molte delle nostre vite professionali: quello con Nancie Atwell e con il suo libro “In the middle”. Da qui siamo ripartite per riscoprire la centralità della scrittura e della lettura nella pratica scolastica quotidiana e per studiare e mettere in atto  nuove strategie didattiche per far emergere la voce dei nostri studenti.

Da più di un anno cresciamo insieme: ci aggiorniamo a vicenda, ci consultiamo, lavoriamo su strategie didattiche e progetti più ampi, mentre le nostre classi diventano officine di scrittura e lettura basate proprio sul Writing and Reading Workshop.

L’uscita dell’articolo su Robinson ha impresso una decisa accelerazione al nostro “cooperative teaching”: da alcuni giorni siamo uscite allo scoperto pubblicando le nostre

linee italiane di writing and reading worksop.

Le ritengo la mia “carta di identità” di insegnante, non solo perchè ho contribuito alla loro stesura ma, soprattutto, perchè definiscono ciò in cui credo, ciò a cui guardo e ciò che cerco di costruire ogni giorno.

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