Ed eccomi qui a tirare le fila anche del laboratorio di poesia in prima.
Prima di incontrare, studiare e sviscerare diversi mentor, ho pensato fosse giusto far in modo che i ragazzi e le ragazze di I B acquisissero un lessico ed un sentire comune relativamente alla poesia.
Prima della classica immersione abbiamo provato, dunque, a dare una definizione comune di poesia.

Lo abbiamo fatto partendo sia dall’etimologia del termine sia dalle riflessioni che Andrea Marcolongo e Andrea Uncini ci hanno regalato nel loro “Il viaggio delle parole”; abbiamo letto un albo illustrato (Friot B. e Papini A., Voglio scrivere una poesia) ed alcune meta-poesie (le trovate qui)
Quello che mi premeva era smontare l’equazione poesia = testo in versi che parla di (come dicono loro) cose smielose o grandi sentimenti e con parole che fanno tra loro rima baciata.
Non si è trattata di una vera immersione, anche se abbiamo letto poesie per prepararci a scriverne.
La mia intenzione non era infatti quella di far comporre testi sulla poesia ma poesie sulle piccole cose che i miei alunni ed alunne hanno accanto ogni giorno e che nascondono, anche non troppo velatamente, la potenza della parola e dell’anima poetica.
Eccoli qui, gli obiettivi generali di scrittura del percorso:
- Saper scegliere un argomento;
- Utilizzare il linguaggio figurato;
- Saper operare una revisione lessicale per utilizzare un lessico specifico ed accurato;
- Saper dare una struttura al testo;
- Rispettare le convenzioni ortografiche e grammaticali.
Accanto a questi, naturalmente, ecco gli obiettivi di lettura:
- Riconoscere la struttura del testo
- Riflettere sull’intenzione comunicativa dell’autore
- Saper istituire connessioni con il testo
- Soffermarsi sulle proprie impressioni relative a semplici elementi stilistici (lessico sensoriale – metafore – ritmo del testo – personificazioni ..)
- Riconoscere il ruolo, anche simbolico, del lessico.
Siamo partiti dalla lettura, come normalmente si fa nel WRW.
In IMMERSIONE, leggendo poesie dedicate alle piccole cose che poeti e poetesse conservano nel cuore, ci siamo fatti guidare da queste minilesson:
- Immagina il testo: poeti e poetesse parlano per immagini; prova a disegnare ciò che vedi leggendo la poesia. (primo approccio a metafore – similitudini e personificazioni)
- Senti cosa sente: poeti e poetesse scelgono le parole giuste non solo per descrivere il mondo di fuori ma, soprattutto, per far risaltare il potere dell’io.
- Senti cosa senti: quando leggiamo una poesia dobbiamo far attenzione anche alle nostre emozioni e a cosa, della poesia che stiamo leggendo, concorre a farle emergere (primo approccio alle impressioni)
- Senti come suona: poeti e poetesse spezzano versi e strofe per dare una struttura al loro pezzo, mettere in evidenza parole chiave ma anche per dare un ritmo alla poesia.
Sono state soltanto tre le lezioni di PRESCRITTURA:
- Esplora l’argomento. Una ML breve, questa. Giusto un lampo di scrittura per affidare al taccuino tutto quello che veniva loro in mente sulla piccola cosa che avevano scelto di accudire nella loro poesia.
- Ordinario – poetico: un classico per chi fa poesia con il WRW. Trovate qui un articolo dedicato a questa specifica strategia.
- Dimmi cosa senti: il potere dell’Io. Quali emozioni e sensazioni i miei studenti e studentesse stavano pensando di trasmettere con le loro poesie? Cosa volevano far emergere del loro rapporto con l’oggetto-l’animale-la persona che custodiscono nel loro cuore? Come pensavano di raggiungere il risultato?
In seguito ad una sessione di laboratorio dedicata alla scrittura, tutto d’un pezzo, della BOZZA (ML del giorno: scegli un’immagine forte da cui partire), siamo entrati in territorio quasi del tutto sconosciuto per loro, quello della REVISIONE. Mettersi in discussione, rivedere anche sostanzialmente i propri testi, non è stato semplice per tutti; sia perché per la maggioranza di loro era un’assoluta novità, sia perché: “Prof! ma per me la mia poesia è finita! Secondo me non c’è niente da cambiare!”
È per questo che la prima lezione di revisione è stata quella dedicata alla ricerca da parte dei ragazzi, nel proprio testo, degli elementi che fanno della poesia delle piccole cose, una poesia di qualità. Anche se in quel momento i punti della nostra lista erano solo quattro (un forte potere dell’io – un rimo riconoscibile – una struttura chiara – immagini e parole non ordinarie ma poetiche) vi assicuro che quella è stata un’ora molto complessa per me. Perché? “Proooof! ma io adesso come faccio? Prooof! non mi piace qui! Prooooof! Ma secondo lei come posso rendere il mio testo meno ordinario? Perché non mi convince proprio! Ma io ho mischiato tutto! Non ho diviso in strofe!
Le tante richieste emerse durante le consulenze insieme a quelle captate ascoltando le voci preoccupate che si sovrapponevano l’una all’altra in classe, mi hanno regalato un bel momento di soddisfazione: quegli scrittori, quelle scrittrici, stavano sentendo il bisogno di revisionare! Stavano iniziando a capire che “scrivere è riscrivere” e, soprattutto, avevano fame di nuove strategie. Quali ho proposto? Eccole qui di seguito:

- Personifica e scrivi metafore usando i 5 sensi. (faccio prima a mettervi l’immagine del mio taccuino che a spiegare tutta la strategia)
- Dai forza alle parole: usare il vocabolario dei sinonimi per scegliere termini specifici, accurati e potenti.
- Rifletti sul processo e ruba il mestiere ai grandi. In questo caso, i grandi erano proprio i loro compagni di seconda. I piccoli di prima hanno avuto modo di leggere non solo le loro poesie (le hanno commentate a piccoli gruppi annotando su ciascuna) ma anche i relativi process paper. Sono così entrati nel cuore del processo creativo e di scrittura di poeti e poetesse, hanno incontrato i segreti dei testi dei loro compagni e hanno imparato come si può ragionare scrivendo e per scrivere.
- Datti un obiettivo: nel corso si una sessione di laboratorio alcuni dei grandi sono venuti in prima e mi hanno affiancata con delle consulenze di scrittura. A scrittori e scrittrici di prima è stato chiesto di rileggere preventivamente i propri testi per individuare un aspetto da discutere con uno scrittore o una scrittrice più esperti.
- Concludi con uno scopo: scrivere un finale capace di far risuonare la poesia nei lettori.
Una piccola precisazione: durante le consulenze svolte in fase di revisione mi è capitato di proporre a singoli studenti delle minilesson individualizzate che avevo inizialmente previsto per la classe ma di cui, una volta lette le prime bozze, ho capito che l’intero gruppo avrebbe potuto fare a meno. Per i più curiosi, specifico che si è trattato di spiegare come spezzare in versi e strofe e come ridurre all’osso testi molto più simili ad una prosa che ad un testo poetico.
Lo so che ve lo state chiedendo: cosa ho valutato?
- contenuto: originale e creativo? ordinario o poetico?
- strategie e tecniche: quali erano presenti? in che misura? quali del tutto assenti?
- processo di scrittura: quanto quel poeta, quella poetessa, è stata capace di mettersi in gioco, di affrontare il proprio testo con spirito critico e di apportare consapevolmente delle modifiche alle proprie bozze?
- editing e pubblicazione: l’ultima versione è scritta in modo ordinato? i versi sono correttamente numerati? la grafia è leggibile? sono presenti errori ortografici?
Credo sia tutto! Ah, no! Vi lascio in lettura alcune delle poesie dei ragazzi e delle ragazze di I B insieme ai mentor utilizzati per il percorso.





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