Può sembrare un ossimoro ma non lo è. Ieri abbiamo provato a riassumere espandendo e, devo dire la verità, il risultato ottenuto dai ragazzi, anche in termini di sviluppo della competenza del parlato non è stato per nulla negativo.
Avrete già capito che cerco sempre di prepararmi le lezioni quasi nei minimi particolari: non mi piace improvvisare in classe, a meno che non salti fuori all’ultimo secondo – o anche in corsa – un’esigenza dei ragazzi che mi imponga di chiudere momentaneamente libri e quaderni e di dedicarmi ad altri tipi di lezione. Comunque: qualche giorno fa stavo leggendo uno dei testi che avevo scelto di trattare in classe, come sempre senza aver nessuna idea a priori sulla competenza da sviluppare.
Si trattava di “Prometeo e Pandora”: testo presente sulla nostra antologia e raccontato da M. Gibson (trad. G. Malesani) in ordine cronologico e, come tuuuuuttti i brani contenuti nei libri di scuola, anticipato da una brevissima sintesti.
Ho pensato: perchè non partire proprio da quella per chiedere ai ragazzi di ricostruire/riassumere la vicenda aggiungendo progressivamente dei dettagli?
Quindi mi sono preparata: ho svolto prima io il compito. Anche questa è una mia abitudine. Quando penso di condurre un’attività, anche se l’ho già sperimentata in anni precedenti, la realizzo ogni volta prima di proporla ai ragazzi: cerco di calarmi in QUELLA classe, di verificare se il testo e il materiale che ho scelto sono adatti, di prevedere quali intoppi/difficoltà loro potrebbero trovarsi davanti e di pensare ai facilitatori/rimedi che potrebbero essere utili.
E’ venuto fuori lo schema raffigurato in foto. Con tanto di simboli per visualizzare il “clima” di ogni tappa e l’andamento emotivo del racconto. I ragazzi avevano avuto il compito di leggere a casa il mito così ho potuto abbreviare i tempi di lavoro in classe.
Insieme abbiamo riletto l’introduzione proposta dall’antologia e verificato che contenesse tutti i passaggi poi sviluppati nel brano. Alla lavagna ho presentato loro la modalità di organizzazione della pagina del quaderno e abbiamo iniziato a lavorare: spostandosi verso destra i ragazzi hanno cercato di approfondire sempre di più le vicende ridotte all’osso nella prima colonna. Prima individualmente:”A lapis prof?” – “Sì, a lapis così se dobbiamo correggere non pastrocciamo il quaderno”. Poi confrontandosi tra loro: “Prof ma io nella prima colonna ci ho messo che Prometeo porta il fuoco agli uomini dentro un gambo di finocchio!” – “Eh no Prof., io quello lo metterei per approfondire come Prometeo inganna Zeus!” – “Che ne dite? Quale opzione scegliamo? La seconda? Ok: la seconda”.
- scrivere 3 versioni del riassunto del Mito: da “brevissimissimissima” (l’hanno chiamata così) a “maquellalungalungaladobbiamoproprioscrivere?“, passando per “nonbastaquelladimetà?”
- esercitarsi a raccontare oralmente la vicenda riuscendo a saltare qua e là nel racconto.
P.S. Giovedì interrogo.. speriamo di raccogliere quel che si è seminato!
Ancora P.S. Credo che userò questa tecnica anche per lavorare sullo sviluppo dei loro testi scritti. – Vi farò sapere.
L’ha ribloggato su sabinaminutoe ha commentato:
Grazie Silvia sempre preziosa e molto più brava di me.
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macchè più brava! io imparo da te e dalle altre fantastiche IWT!
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eh no cara! Tu sei più organizzata , più precisa, più fantasiosa…ecco!
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Cara collega, sono un insegnante francese che fa i primi passi nella pedagogia capovolta. Mi piace molto la tua idea ma non ho capito bene la differenza tra la prima e la seconda colonna: nella seconda si va sempre più nei dettagli? Grazie in anticipo
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Esatto. Spostandosi di colonna ci si addentra sempre più nel testo
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