Far parlare un silent book. Applicare consapevolmente le strategie apprese.

Da quando ho scoperto i silents books, soprattutto quelli di Wiesner,  nella mia testolina è tutto un frullare di idee: questi libri sono una miniera per lavorare sullo sviluppo delle competenze. Ottimi per la comprensione del testo, favolosi per il parlato e efficientissimi per la scrittura.

Ultimamente i ragazzi ed io abbiamo concentrato le nostre energie su quest’ultimo aspetto. Dopo settimane e settimane di mini lessons dedicate all’apprendere e sperimentare strategie specifiche ed efficaci, abbiamo (HO) pensato fosse il caso di fermarci per far sedimentare, applicare coscientemente e consolidare, le scoperte nuove e quelle più datate.

Ecco, in soldoni, il mio ragionamento:

“Uhm, qual è il mio scopo? Sì, quello di “obbligarli” a mettere in pratica ciò che hanno imparato relativamente a prescrittura,  stesura bozze, techiche di scrittura e revisione. Però dovranno farlo in modo da rendere visibile prima a loro stessi, poi ai propri compagni, quindi a me, il loro ragionamento: insomma,  dovranno usare efficacemente il taccuino. Mi piacerebbe farli lavorare sia a gruppi – perchè confrontandosi, riflettano e crescano anche i più fragili  –  sia individualmente, per farli sentire padroni del proprio lavoro.  Ma… se devono anche inventarsi una storia da raccontare non ne veniamo più fuori.  Questa volta VOGLIO CHE RIFLETTANO E INTERIORIZZINO LE TECNICHE, la prossima lavorerò sui contenuti”.

N2017-03-16on è passato troppo tempo tra questo ragionamento e l’accensione della lampadina.

 

Eccovi  quindi uno dei possibili modi di sfruttare un silent book.

 

Ed ecco un antipasto dei primi risultati sui taccuini e nelle bozze.

Quando avranno terminato condividerò con voi i loro racconti. Prometto!

S.

 

 

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