Concludi con scopo: prove tecniche di minlesson.

Quest’estate, per passare il tempo e distrarmi in attesa del 5 agosto (chi mi conosce sa di che parlo), ho lavorato con Agnese  e Sara ad alcune mini lessons dedicate al testo poetico. Sono logorroica (lo so e non me ne vanto) quindi ho ritenuto di dover procedere scrivendo di ciascuna lezione “paro paro” le cose che avrei dovuto dire in classe al momento di affrontarla per non arrivare ad esclamare “adesso tocca a voi scrivere!” un secondo prima dello squillo della campanella. Nei prossimi giorni lavorerò sulla conclusione del testo poetico. Vi trascrivo (bugia! Copio e incollo) il discorsetto che mi ero preparata (con tanto di scansioni in fasi) e vi condivido il link alla presentazione che penso utilizzerò a lezione. Sia ben chiaro: non son qui per insegnare nulla a nessuno ma per ragionare insieme sul come introdurre in un contesto come quello italiano la struttura del W. R. Workshop.  Ah… le parti in blu non sono comprese nella lezione: mi servono qui per dialogare con voi e spiegarmi meglio.

Concludi con uno scopo

. Lanciamo l’esca.

Acchiappiamo l’attenzione e spieghiamo l’importanza della lezione.

. Oggi parleremo di un argomento molto interessante. Scopriremo quanto la conclusione di una poesia, (ma può valere anche per il racconto) sia  importante per la resa del testo.

. è ora di “insegnare” 

In una poesia ci sono due punti in cui un lettore può venire davvero a contatto con il tema/significato profondo del testo.

  • Il momento in cui la poesia “cambia direzione” e si volge verso qualcosa di sorprendente..
  • La sua conclusione: “l’ultimo verso”.

É come in un film: il finale non può lasciare impassibili. Deve farci riflettere, deve catturare la nostra attenzione, deve fare in modo di lasciarci delle emozioni che ci accompagnino per un po’.

Insomma: il finale deve permettere alla poesia di non finire all’ultima parola dell’ultimo verso.

appunti
Per insegnare a prendere appunti di solito inserisco nelle slides degli inviti diretti a farlo quando i contenuti sono fondamentali.

Ci sono diversi modi per mettere in pratica questi intenti. Mentre li esaminiamo prendete appunti. Le slides vi aiuteranno a farlo.

Ecco il primo esempio: la poesia può terminare con una domanda. Vediamo questa lirica di Pascoli.

M’affaccio alla finestra e vedo il mare: […]

appuntietesto
Altre volte oltre ad invitare a prendere appunti sintetizzo direttamente io il contenuto del discorso. Loro ascoltano “la pappardella” e copiano il concetto.

sul mare è apparso un bel ponte d’argento.


Ponte gettato sui laghi sereni,

per chi dunque sei fatto e dove meni?

La domanda, qui, è posta ad uno dei protagonisti della poesia. Riuscite ad individuare qual è? A cosa si riferisce il poeta quando parla di ponte d’argento? Riuscite ad indicarmi chi è l’altro protagonista del testo e quale delle tecniche per comporre una poesia tra quelle che abbiamo visto insieme è ben rappresentata in questo componimento di Pascoli? Bene. Ora non mi dite che nessuno di voi ha provato a dare una propria risposta alla domanda che Pascoli pone al riflesso della luna sul mare. Visto? La poesia è rimasta con voi anche dopo che avete letto l’ultima parola dell’ultimo verso.

Passiamo ad una altro esempio. Il testo che leggeremo ci lascerà molto scossi. Non solo nel suo svolgersi ma, soprattutto, per la sua conclusione. (Nelle mie note al testo qui avevo scritto: se poi trovo un esempio meno peso è meglio.  Invece mi è capitato di citare già altre volte Ungaretti. I ragazzi ne vanno matti quindi… poeta che vince non si cambia)  Continuiamo da dove avevo interrotto.

Dovete sapere che è  stato composto da Giuseppe Ungaretti in un momento particolare. Lo quest’autore ha composto moltissime delle sue poesie non alla scrivania del suo studio, non seduto in riva al mare o disteso su un prato ad osservar le nuvole. Lo ha fatto mentre intorno a lui infuriavano i combattimenti della prima guerra mondiale. In quegli anni era un soldato, partito volontario per la guerra, e nei suoi testi racconta la tragicità di quei momenti.  Vi ho fornito queste informazioni perchè dovrete tenerle bene in mente mentre leggeremo “Veglia” ed in particolar modo quando arriveremo all’ultimo verso.

Pronti? Attaccate la fotocopia sul quaderno e leggiamo.  (segue il testo di Veglia

 

In questa poesia abbiamo  due momenti fortiCon l’ultimo verso della prima strofa il poeta ci lascia a bocca aperta. Ma come?  In una situazione come quella che ha appena descritto ci dice di aver scritto lettere piene d’amore? Non ci saremmo aspettati rabbia e disperazione?  Poi inizia la seconda strofa che si conclude con il verso “attaccato alla vita”. Prendetevi un attimo di pausa e di silenzio e provate a scovare dentro di voi quali sensazioni, quali riflessioni fa emergere questo verso.  (lasciarli in silenzio qualche secondo poi condividere il mio p.d.v.) Avete capito cosa intendevo quando dicevo che la conclusione di una poesia deve avere uno scopo? Qual è lo scopo di quest’ultimo verso? Bravi: darci uno scossone, farci riflettere, farci chiedere perchè il poeta ha scelto questa strada”.

Non solo: lo scopo è anche quello fare in modo che la poesia entri in contatto con la vita di ciascuno di noi. Nessuno qui ha mai vissuto situazioni di guerra ma sicuramente ha passato momenti difficili. Di fronte a situazioni del genere cosa ci dice Ungaretti? Che lui è rimasto attaccato alla vita… e noi? Come avremmo concluso una poesia dedicata ad un momento di estrema difficoltà e sconforto? Ognuno ci pensi.

Prendiamo un altro esempio. Quello che leggeremo è un testo scritto da una poetessa che ai ragazzi, di solito, piace molto. Sto parlando di Emily Dickinson. Anche la vostra antologia riporta una sua poesia e, a pagina 764 potete trovare alcuni appunti sulla sua biografia.  Pronti a leggere il testo che ho scelto per voi? Questa volta proverò a non darvi nessun aiuto. Una volta che l’avremo letta voi concentratevi sul suo significato e cercate di spiegarmi l’importanza dell’ultimo verso. Vi lascerò un po’ di tempo per riflettere poi potrete condividere con me e i vostri compagni la vostra opinione.

Una parola muore
appena detta,
dice qualcuno.

Io dico che solo
quel giorno
comincia a vivere

Segue momento di condivisione e discussione di gruppo

(di solito non interrompo le mini lessons con loro domande o idee ma qui non si tratta solo di spiegare una tecnica. La discussione mi serve per capire se stanno sul pezzo)

OK! Fatemi aggiungere un paio di osservazioni poi riepilogheremo quanto detto fino ad ora.

L’ultima poesia che ho inserito nel PPT non era prevista. Quest’estate non la conoscevo. L’ho aggiunta prima mentre risistemavo la lezione. Quando l’ho letta anche il mio cuore è stato toccato dalla neve.  Si trova in “Ma dove sono le parole? – le poesie scritte dai bambini delle periferie multietniche di Milano nei seminari di una maestra speciale”. A cura di  Chandra Livia Candiani con Andrea Cirolla.

COLLEGAMENTO CON IL LAVORO IN CLASSE E A CASA

Pronti a riepilogare? “CONCLUDERE CON UNO SCOPO”

La conclusione è la parte più importante della poesia. Per questo essa deve essere forte e deve risuonare nel lettore quando egli ha finito di leggerla. Per poterlo fare deve lasciare al lettore una sensazione, un’idea, un’immagine, una domanda, qualcosa su cui riflettere… È quindi importante dare alle nostre conclusioni tutto il tempo di cui hanno bisogno per essere scritte.

Eccoti un trucco del mestiere. Quando credi di avere finito un testo, lascialo riposare per un paio di giorni. Inizia a dedicarti alla composizione di un altro brano. Poi torna indietro  e utilizza la tecnica dello “scrivere prima di scrivere” per provare altre conclusioni.Scegli il finale che più è adatto a esprimere ciò che senti e a lasciare nel lettore quel qualcosa che ti eri proposto di comunicargli.

Inizio laboratorio “autogestito responsabilmente”.

È ora di organizzare il tuo tempo. Ricordati che devi inserire nel tuo piano di lavoro (scritto) della prossima mezz’ora anche lo “scrivere prima di scrivere”  relativo alla conclusione di una poesia che credevi di aver terminato i giorni scorsi.

 

RICORDATI! LA CONCLUSIONE DEVE RISUONARE NEL LETTORE.

Ricordati anche di

 

  • Datare il foglio su cui stai lavorando

 

  • Inserire la pagina in cui hai “scritto prima di scrivere” nella busta del portalistino che contiene il resto del  lavoro su quel testo

al termine del lavoro autonomo segue condivisione su quanto prodotto in relazione alla tecnica illustrata durante la mini lesson

Ok. Mi sembra sia tutto. Ecco il link al PPT

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