Lo so: l’autobiografia non è normalmente un genere che si tratta in prima media. Ma che ci volete fare? Ci han preso così gusto, verseggiando liberamente, a far emergere il potere dell’io e a trovare le parole giuste per parlare di se stessi che mica potevo perdere l’occasione di rinforzare le loro piccole e grandi vittorie e di gettar semi da far sbocciare in futuro!
Del resto anche la Atwell lo consiglia: nel workshop è bene affrontare più volte un genere letterario ed è doveroso farlo sia riprendendo velocemente quanto già condiviso sia – naturalmente – approfondendo sempre di più tecnica, strategie e costruzione del senso critico.
Visto che con i miei primini ancora non avevo parlato di autobiografia, anche se lavorando sul testo poetico li ho spronati a raccontare di sè, quella di qualche giorno fa è stata per me una “lezione lancio”. Per costruirla ho utilizzato i tanti spunti che nel corso dei mesi passati mi hanno fornito le “amicolle” di IWT: Elisa T., Jenny, Loretta, Sara F., Agnese … Fondamentale per cercare di rendere davvero tale la minilesson è stata la scheda condivisa da Jenny durante le vacanze natalizie e redatta dal Teachers College della Columbia University. Non vi annoio con la descrizione di tutti i passaggi della mia mini lesson; se la volete consultare la trovate QUI – siate pazienti…si tratta di appunti -. Il mio intento, oggi, è quello di condividere con voi alcune conquiste piccole piccole (ma ricche ricche) che ho potuto apprezzare nel modo di ragionare e scrivere dei miei ragazzi.
- Usare come mentor text brani scritti da loro coetanei li ha scossi e smossi: hanno realizzato (come già era avvenuto per la poesia) che anche loro possono, che sono in grado se vogliono, se si impegnano, se danno il massimo, se curano la loro scrittura.
- Scrivere annotazioni sullo stile di autori che, molto probabilmente avrebbero letto il loro punto di vista, li ha portati ad esser più precisi, concreti, efficaci. (O almeno a provarci). Sono cresciuti, forse senza rendersene conto, anche come lettori.
- Il fatto di individuare in modo più pertinente ed attento i punti di forza di un autore ed il dichiarare cosa, di lui/lei, avrebbero voluto imitare, li ha resi più efficaci già alla prima bozza del loro primissimo testo autobiografico.
Insomma: son proprio contenta. Ringrazio tantissimo Loretta – ed i suoi alunni -per la generosità con cui han condiviso il loro materiale e colgo l’occasione per avvisarla che ho intenzione di far diventare pratica abituale questo “esperimento occasionale”. Quanto a voi, naturalmente, il consiglio è uno solo: fate uscire dalle vostre classi (meglio dalle vostre scuole) i testi dei vostri alunni, concretizzate la loro esperienza di lettori/scrittori o di scrittori/lettori! E fatemi sapere come va!
Un pensiero su “Come ti lancio l’autobiografia: risvolti inaspettati.”
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