Tensione evolutiva: crea suspense.

Niente intro oggi. Si parte “a tonfo” con la mini-lesson.

Connection

Lo so che ci tenete. So che sperate che i vostri lettori siano rapiti dai vostri pezzi e, da quanto ho potuto captare sbirciando gli incipit che avete scritto, credo proprio che siate sulla buona strada per raggiungere questo obiettivo. Iniziare in gran stile per far morire il lettore dalla voglia di proseguire un libro o un racconto, però, non basta.

Teaching point

Quella che serve, piazzata proprio lì, nei punti strategici del testo, è la suspense. Suspense, non suspance, per favore.

E’ un termine di etimologia latina: deriva da suspensum, participio passato di suspendĕre «sospendere» ed infatti, la suspense proprio questo fa di mestiere: lascia il lettore, per un momento, abbandonato ad un senso di indeterminatezza che lo spinge immediatamente a porsi delle domande, che lo rende ansioso di  scoprire quello che sta per accadere, che gli fa rizzare le antenne e che lo incolla così tanto al testo da fargli dimenticare  di guardare il cellulare, di stendere il bucato, di messaggiare con la fidanzata o il fidanzato…o anche di andare a far pipì!

Ma… quando accade questo?

Bhe,  direte voi…

Quando chi legge si è affezionato ad un personaggio ed è preoccupato per quello che gli sta per accadere, quando gli eventi arrivano ad un bivio pericoloso e si sta per scoprire che strada prenderanno, quando nella storia i tempi si fanno cupi, il cielo si oscura e suoni spettrali rimbombano nell’aria.

Bhe,  dico io…

Al contrario di quanto possiate credere, la suspense non si crea soltanto risvegliando la paura nei lettori. Certo, questo sentimento aiuta, e molti lettori amano questo senso di “tensione spaventosa”, ma esistono altri modi per  far restare il lettore sulle spine.

Oggi ne vedremo 3.

Come sempre prima ragioneremo su degli esempi poi voi sperimenterete direttamente queste tecniche sui vostri taccuini.

Modeling

Pronti a predere appunti? OK. Partiamo. Prima strategia:

  • Utilizzare delle domande, esplicite o implicite, per interpretare i pensieri del protagonista o di altri personaggi.

Leggiamo insieme due esempi.

“Fabrizio non poteva credere ai suoi occhi: di fronte a lui, in controluce, avanzava qualcuno. Improvvisamente si rese conto di non essere l’unico ad aver avuto salva la vita. Ma chi era quell’uomo? O era una donna? E cosa stringeva tra le mani? Sembrava uno scrigno. Come quello in cui i pirati custodivano i propri tesori! No: non poteva essere così… ma …se fosse stato veramente uno scrigno? Come aveva fatto ad arrivare lì, in mezzo ai ghiacci del Polo Nord?”

“Eravamo entrati nell’ultimo quarto d’ora della gara. Guardavo i miei compagni di squadra: erano stanchi, sporchi, sudati e sfiduciati. Li guardavo e mi chiedevo se ci saremmo mai riusciti, se ce l’avremmo mai fatta a segnare il goal del pareggio per avere la possibilità di giocarcela ai supplementari.”

 Non ditemi che non vi siete immedesimati con i protagonisti di questi brani, Non ditemi che non avete fatto vostre quelle domande. Non ditemi che non vorreste conoscere la risposta agli interrogativi del primo brano: chi è l’individuo misterioso? Cos’ha in mano? Cosa ci fa uno scrigno di pirati al Polo Nord? Ok. Avete ragione: il 90% dei maschi di questa classe, in questo momento, si sta ancora chiedendo se poi, il goal del pareggio è stato segnato e vorrebbe sapere come si è chiusa la partita. 

Visto? Vorreste ancora leggere!

Ecco la seconda strategia.

  • Non rivelare! Stuzzicare il lettore: non rivelargli immediatamente di chi o cosa si sta parlando. Procedere nel racconto senza nominarlo mai, giocando con parole ambigue.

Se vi trovate nel momento cruciale della storia non scrivete:

“Andammo a fare un giro in bicicletta verso la foresta”

Usate iponimi, iperonimi, metafore… Scrivete, passaggi di questo tipo:

“Decidemmo di avventurarci fuori di casa con i nostri bolidi . Avevamo un destriero per ciascuno. Cavalcandolo mi sentivo il più coraggioso dei centauri. Sfrecciavamo per non farci inghiottire dalla notte: l’asfalto correva sotto i miei piedi. Mi pareva di volare. Ci guardammo negli occhi e, senza dover pronunciare alcuna parola, capimmo dove dirigerci: là, dove ogni cosa avrebbe dovuto trovare una spiegazione.

Il vostro lettore si chiederà: “ma di che razza di aggeggio sta parlando?” Ed anche: “fammi andare avanti a scoprire dove diavolo stanno andando!”

O.. invece di scrivere: quel natale ricevetti un videogioco… potreste invertire l’ordine degli eventi ed iniziare dalle vostre reazioni una volta aperto il pacchetto.

La mia bocca si allargò in un sorriso. Non potevo crederci. Anche i miei occhi ridevano. Al solo vederlo non stavo più nella pelle, saltellavo avanti e indietro per la stanza e continuavo a urlare una sola parola: grazie grazie grazie!

Visto? Senza ricorso alla paura si può comunque stimolare la curiosità del lettore.

Pronti per la terza strategia? Eccola!

  • Il magico 3: creare la tensione in tre passaggi
  1. Senti un rumore. Ti volti. Non c’è nessuno. Non ti preoccupi.
  2. Percepisci un’ombra passarti velocemente alle spalle. Cerchi di capire chi possa averla proiettata. Ti guardi intorno ma ti sembra non ci sia nulla di strano. Inizi a preoccuparti..
  3. Senti qualcosa che ti sfiora la schiena. Ti giri. È lì.

Per costruire la suspense, ed in particolare con la tecnica della “magia del tre” dovete esercitarvi ad utilizzare parole particolari e frasi in grado di acchiappare il lettore e di sussurrargli al cervello: “Hey! Attento! Sta per accadere qualcosa!”

Qualche esempio?

. in quel momento – un istante più tardi – la prima cose che mi apparve fu – in un battito di ciglia – senza preavviso. …

Tutte queste espressioni e molte altre ancora possono essere messe in campo per introdurre, uno alla volta, i passaggi del magico 3.

Tutto chiaro? Facciamo una prova per verificare se la risposta è davvero “sì”?

Fino ad ora abbiamo letto degli esempi scritti dalla Prof. Vogliamo leggere un paio di passaggi  di autori più conosciuti? Proviamo a riconoscere quale o quali tecniche hanno utilizzato?

  • Ricordate come iniziava il GGG?

Sofia lasciò errare lo sguardo più lontano. E improvvisamente si sentì gelare. Qualcosa risaliva la strada. Qualcosa di nero, qualcosa di grande, una cosa enorme, magrissima e oscura.

Avanti: su! Quale o quali delle tre strategie ha utilizzato Dahl?

  • Tanti di voi sono fan di Harry Potter: quale stratagemma  (o quali) ha messo qui in campo la Rowling?

Hagrid si voltò e vide immediatamente le striature bianche, che continuavano ad aumentare sulla superficie nera e un tempo lucida del palloncino. Il guardiacaccia si alzò di scatto e con un unico passo raggiunse il camino. Si infilò un paio di guanti giallo chiaro a fiorellini rossi, poi si chinò ed afferrò l’oggetto misterioso. Lo poggiò sul tavolo, proprio davanti ai ragazzi. Ron sobbalzò e in mezzo secondo divenne più pallido di Nick-Quasi-Senza-Testa –Oh, no. No. Nonononono. Io lo so cos’è questo. Dimmi che mi sbaglio, Hagrid…-

Active engagement

Ora tocca a voi mettere le mani in pasta e crear tensione.  Come prima cosa io scriverò sulla lavagna alcune espressioni. Voi dovrete sceglierne una ed utilizzarla come spunto per sperimentare tutte e tre le strategie che vi ho illustrato. Mi raccomando: prima di abbandonarvi alla scrittura dichiarate in modo esplicito, sul vostro taccuino, quella che state per tentare.  (es: adesso proverò la tecnica del “non rivelare” – poi iniziate -)

share-time-suspense
Il momento dello share time in classe

Una volta terminato ci riuniremo insieme in cerchio: alcuni di voi leggeranno ciò che hanno prodotto e gli altri daranno dei feedback sotto forma di pareri e/o consigli.

Ecco le espressioni scritte alla lavagna:

. Era una volpe!

. Entrando in quella stanza …

. In un battito di ciglia …

. La donna più strana che avessi mai visto avanzava verso di me…

. Mi sentivo in un frullatore.

 

Clicca sulle immagini per leggere alcuni esperimenti prodotti dai ragazzi duante la mini lesson.

Link (dopo il momento di condivisione)

Ora riprendete le vostre bozze: individuate il punto o i punti in cui sentite di dover creare un po’ di tensione e dedicatevi alla revisione.  Se avete bisogno di confrontarvi tra di voi fatelo pure ma spostatevi nell’angolo delle consulenze e parlate a bassa voce.

Immagine in evidenza: r. nial bradshaw -television-viewing-suspense-girls.jpg https://flic.kr/p/kFu7R7
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