Oggi ero poco poco di corsa. Ieri sera ho fatto tardi in compagnia dei romanzi coinvolgenti e stamane le lancette dell’orologio galoppavano in modo inaudito. Tempo di preparare a casa e nei dettagli la lezione della seconda ora non ne avevo. Salita in macchina, ho fatto ancora una volta partire il registratore vocale del cellulare ed ho iniziato (tanto per cambiare) a riflettere a voce alta. Son nata strana: per generare velocemente idee frizzicose DEVO scrivere o parlare a ruota libera. Comunque. Casa – scuola: 23 minuti e mezzo. Giusto il tempo per rispolverare le strategie già messe in atto e trovare metodi per farle sedimentare, rinvigorirle e trasformarle.
Quando sono salita in auto sapevo solo che avrei dovuto riprendere la Storia di Paride e dell’Orsa tratta da Storie della storia del mondo. L’avevo lasciata in stand by da una settimana, complice la festività dell’8 dicembre. Avevo assegnato come compito per casa la lettura del brano insieme alla richiesta di individuarne (e sottolinearne) i personaggi chiave.
Quando son scesa dalla macchina avevo in mente questo schemino che ho subito messo su carta non appena entrata in sala insegnanti.
Obiettivo: creare un mashup tra il riassunto superlattivo di tipo 1, il pensar leggendo e i salti negli angoli.
Che ho combinato in classe?
- Ho lasciato i ragazzi seduti ai propri posti. I banchi sono rimasti nella posizione standard: a file ed a coppie.
- Ho chiesto di liberare i banchi da tutte le carabattole varie e di tener sopra solo quaderno, penna, lapis (perché se gli dici matita ti chiedono di che colore la vuoi), gomma e fotocopia del brano oggetto della lezione.
- Ho proposto alla lavagna la divisione dello spazio (vedi schemino qui sopra).che loro avrebbero dovuto realizzare sul quaderno: una colonna centrale più larga e due laterali più strette.
- Ho spiegato alla classe la funzione di ciascuna colonna:
- la colonna di sinistra avrebbe dovuto riportare come titolo (perchè ai primini scrivere i titoli piace tanto) “Personaggi e sequenze”;
- la colonna centrale sarebbe stata dedicata alle informazioni chiave;
- in testa alla colonna di destra niente titoli: solo una lampadina – il simbolo del nostro “pensar leggendo”.
- Ho iniziato a leggere il brano un “pezzetto” alla volta. Al termine di ciascuna sequenza i ragazzi:
nella colonna di sinistra hanno indicato i personaggi cardine della stessa;
- hanno ascoltato la verbalizzazione del suo contenuto ridotto all’osso fatta da un compagno e risistemata alla bisogna da me;
- nella colonna centrale hanno riportato “a parole loro” le informazioni chiave appena ascoltate
- in quella di destra hanno scritto una delle riflessioni scaturite in loro stessi durante la mia lettura ad alta voce.
- Ciascuno poi, una volta terminato il lavoro su una sequenza, lasciando quaderno, penna, LAPIS e gomma sul banco, si spostava in un’altra postazione di lavoro. Per non creare confusione guidavo io le danze con indicazioni del tipo: “ora tutti nel banco dietro al proprio, gli ultimi della fila scalino avanti” o “adesso tutti due banchi a destra” o “ora a sinistra di uno”…
- Prima di ricominciare a leggere mi assicuravo che ognuno avesse:
- sottolineato con la MATITA GRAFITE eventuali errori (ortografici, verbi generici, ripetizioni…) presenti nel brano appena redatto sul quaderno trovato nella postazione appena raggiunta.
- dato un’occhiata al commento al testo scritto dal compagno appena “trasferitosi”.
Per terminare il ” riassunto commentato” è stata necessaria un’ora e mezza. Nel corso dei restanti 20 minuti abbiamo discusso sia sui loro pensieri e riflessioni sia sul loro punto di vista riguardo all’attività appena svolta.
Tutti son stati concordi nell’individuare solo punti di forza.
- si sono sentiti responsabili dei quaderni dei loro compagni ed hanno curato molto più del solito l’ordine e la calligrafia
- mi han confessato che cercare gli errori sul testo scritto da qualcun altro è più semplice che scovarli nel proprio, soprattutto se si è appena terminato di lavorarci
- si son entusiasmati, divertiti, incuriositi e anche meravigliati leggendo i pensieri e le riflessioni dei compagni (non vedevano l’ora di discuterne)
- il potersi spostare ogni tot minuti li ha – han proprio detto così – aiutati a pensare meglio e in modo più fresco.
Ci restano ancora un paio di passaggi per terminare il nostro riassunto superlattivo di tipo due.
Primo: negli spazi lasciati liberi tra una sequenza e l’altra ho intenzione di far inserire loro il tipo di legame che le unisce ed una congiunzione ad esso corrispondente.
Secondo: come compito per casa chiederò (ovviamente) di risistemare il riassunto partendo dalle criticità sottolineate dai compagni.
Credo sia tutto.
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